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Materia – le forme del contemporaneo nella scultura” – antico Foro Annonario, Senigallia – 2024

(…) Tra le tante pregevoli opere presenti almeno tre si possono riconoscere come presenze diversificate per l’utilizzo di una contaminazione evidente del linguaggio che esprimono che apparentemente non è solo scultura. Sono tre opere prodotte non da scultori, ma come almeno due di loro preferiscono definirsi “operatori visivi”: la contaminazione dei linguaggi, la presenza di elementi tridimensionali, ma anche del segno bidimensionale, di materiali eterogenei, della parola stessa, è una costante nel loro lavoro.

In ogni caso in queste tre opere c’è il “togliere o l’aggiungere” materia su materia, tipico della scultura, per svelare all’interno della materia ciò che è nascosto. E questo togliere e aggiungere è programmaticamente demandato e realizzato da chi il marmo lo lavora attraverso la mediazione progettuale che comunica il pensiero; il lavoro realizzato è poi effettivamente prodotto da Senamarmi.

È un’operazione molto simile al Design, ma con una significativa differenza. Non ha un’utilità, non ha una committenza precisa, non ha una ripetitività che pure essendo possibile, non fa parte della ricerca, dell’analisi, del bisogno, basato su questo specifico progetto. Ma rimane ed è interessante la contaminazione che si è creata con questi specifici tre lavori tra progetto e realizzazione da parte di Senamarmi.

Con Giorgio Vazza una lastra di pietra semi grezza è scavata con una frase che segue una spirale: il progetto, il design senza scopo utile, la previsto prima di tutta la composizione di un pensiero espresso in una frase, poi la puntuale scelta del carattere, della sua grandezza, della geometria della spirale, ma per forare quella lastra di pietra è necessaria una capacità che non è posseduta dall’artista, ma è fondamentale per raggiungere lo scopo prefisso.

Scrive Giorgio Vazza: Ri-cerca. Il marmo, materiale nobile e prezioso, ritrova la sua dimensione primitiva nell’irregolarità della forma e nella ruvidezza della superficie. La parola, elemento immateriale, attraversa lo spazio/il vuoto diventando luce e aria. Il dinamismo della spirale si accompagna al tempo della riflessione a cui la parola invita. Pieno e vuoto, luce e ombra, peso e leggerezza, dinamicità e calma: contrasti in equilibrio. … “tutto e niente, dipende da quello che cerchi”.

Giorgio Vazza con l’ideazione di “togliere materia” svela il contenuto della pietra, la frase nascosta e finalmente svelata, tra mille altre possibili soluzioni che ancora la lastra potrebbe contenere, utilizzando il linguaggio della scultura. La lastra grezza con la scritta è realizzata con la tecnica del marmista che possiede la capacità artigianale e gli strumenti per forare con precisione la pietra.

(Paolo Simonetti)